AI PIEDI DEL BRENTA UNA SEGHERIA CHE FUNZIONA FIN DAL ‘ 500
“Il faggio (Fagus sylvatica) è una specie di grandissimo interesse forestale. Originario dell’Europa viene talvolta definito la madre del bosco per la preziosa capacità di migliorare il terreno, rendendolo più fertile, con le sue foglie. I boschi di faggio sono ecologicamente ed evolutivamente molto stabili e il loro contributo al paesaggio montano è notevole: basti pensare alle colorazioni autunnali delle faggete, con il loro dorato, rossiccio delle foglie. Per il portamento degli alberi, i colori delle foglie e anche per i giochi di luce e ombra che si creano nel sottobosco, la feggeta è uno tra i tipici apprezzati boschi a funzione turistico-ricreativa.[…].
Oggi, restaurata a cura del Comune di Molveno e gestita in collaborazione con il Parco Adamello-Brenta, è aperta al pubblico durante l’estate a scopo dimostrativo e le assi prodotte dal taglio dei tronchi vengono utilizzate per sistemare sentieri in montagna e tetti di malghe e rifugi. Chiamata “Taialacqua” dal nome del parroco che, verso 1500, convinse i capofamiglia ad unirsi in una “cooperativa” per costruirla, rappresentò un salto di qualità nelle difficili condizioni di vita e di lavoro della popolazione, che viveva unicamente basandosi su un’agricoltua povera e attvità silvo-pastorali. L’elemento che permette il funzionamento della segheria è l’acqua del Rio dei Molini, che dai nevai delle Dolomiti del Brenta si getta nel lago di Molveno.Il legname era prelevato dai boschi che circondavano il paese in prevaleza costituito da tronchi di abete rosso, bianco e larice. La segheria si era specializzata nella produzione di assi molto sottili che venivano vendute soprattutto nel mantovano dopo un viaggio su carri trainati da muli no su zattere per attraversare il lago di Garda.